Sono nata a Canelli, nel 1970. Pur amando il Monferrato e il Piemonte, ho sempre avuto il desiderio di uscire dai confini regionali per esplorare il mondo. Adoro leggere. Da sempre mi applico con spirito d’osservazione per imparare tutto quanto sia umanamente possibile sul vino.
Il nettare di Bacco è una delle mie ragioni di vita. E’ una passione travolgente, che mi ha trasmesso mio padre. E’ lui che mi ha condotto nelle trame di un prodotto così complesso e affascinante. Un’indagine precisa, cui ho sempre cercato di aggiungere del mio, cercando di pesarne le apparenze e di individuarne le sfumature, spesso complesse come le appassionate personalità di chi lo produce, promuove e comunica.
Mi divido tra Milano, la città che mi ha adottato e permesso di misurare le mie capacità professionali. E il mare: sono spesso a Cesenatico, un borgo marinaro in cui la qualità della vita conta ancora molto. Mi rifugio in Romagna dove ritrovo l’affetto di tanti amici. Canelliresta sempre una tappa fissa nei miei continui spostamenti e proprio dal 2020 è tornata ad essere dimora che condivido con mio marito Daniele, l’amore della mia vita. Abbiamo scelto le mie origini, il cuore di un borgo, patrimonio Unesco, per vivere con il calore della famiglia, degli amici di sempre, che mi supportano e sopportano.
La Francia è il mio paese d’adozione, la sede dei miei studi enoici più seri e, al contempo, scanzonati, ancora per le amicizie. Se i viaggi più memorabili si fanno con il cuore, quelli in terra bordolese mi portano alla mente giornate indimenticabili, che cerco di trasferire in parole, attraverso i libri.
I miei studi di psicologia sono stati fondamentali per ciò che faccio oggi. Spesso mi chiedo: se non avessi incontrato il “vino” nel mio cammino, cosa sarei e dove mi potrei trovare adesso? In realtà sono una donna molto fortunata perché le mie passioni si sono trasformate in professioni.
Sono stata rapita dalla galassia gastronomica, complice un’insospettabile indole da buongustaia, in seguito all’incontro con il giornalista Paolo Marchi, ideatore e curatore di Identità Golose, congresso internazionale di cucina e pasticceria al quale lavoro ormai da molti anni.
Il cibo è dunque una mia fissazione, al pari del vino. E’ assecondando questa passione che nel 2011 ho scritto il mio primo libro, “Moreno Cedroni”, per Giunti editore. E’ un’opera cui sono molto legata perché condivisa con una squadra fantastica: le fotografe Francesca Brambilla e Serena Serrani e la stessa famiglia Cedroni, con cui è nata un’amicizia singolare.
Con lo stesso chef ed editore, abbiamo scritto nel 2014 ”Susci più che mai”, arricchito dalle immaginifiche illustrazioni di Gianluca Biscalchin.
Per Gribaudo-Feltrinelli avevo firmato da co-autrice, due anni prima, il volume “Sauternes. Viaggio alla scoperta di un vino dolce leggendario”.
Il 2017 è invece l’anno di “Vino: femminile, plurale”, edito ancora da Giunti, collana Piatto Forte. Sono 14 interviste grandi produttrici italiane e francesi, racconti tra sfere private e professionali.
Nel 2019 è uscito per Giunti editore “Cedroni: il pensiero creativo che ha cambiato la cucina italiana“. Un volume che narra il passato e il presente del cuoco di Senigallia con una visione alla ricerca e il nuovo futuro della sua cucina.
Collaboro regolarmente con Identità Golose firmando articoli del sito e schede della Guida Identità Golose.
Amo cucinare e mi piace osare abbinamenti insoliti con vini che, necessariamente, mi devono piacere. Colleziono penne stilografiche e scrivo spesso di notte, accompagnata da sottofondi jazz.